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Gualtiero Marcolla

Gualtiero Marcolla

Ho iniziato a fare l'apicoltore negli anni '70 quando da ragazzino, curioso e sognatore, acquistai due alveari ed i primi attrezzi del mestiere muovendo così i primi passi del mio lungo cammino nel meraviglioso mondo dell'apicoltura.

Col passare degli anni e l'affinamento della tecnica gli alveari sono diventati 50 , poi 100 e così via fino agli attuali 800.

L'azienda

Gli anni '80

Gli anni '80

Negli anni '80 ero dipendente di una multinazionale ma nel tempo libero continuavo a coltivare la mia grande passione per le api e la natura fino a che, con tanto impegno e spirito di iniziativa, questa passione si trasformò in un vero e proprio mestiere a tempo pieno. Fu così che decisi di cambiare radicalmente la mia vita lasciando dopo 23 anni un lavoro stabile per diventare a tutti gli effeti apicoltore professionista, pronto anche a tutte le sfide che da lì in poi mi sarei trovato ad affrontare. Sono passati molti anni da allora e posso dire con sincerità di non aver mai rimpianto il percorso intrapreso.

Così, piccoli passi alla volta ma sempre in avanti, con costanza e determinazione mi sono immerso sempre più in questo sconfinato mare che è l'apicoltura. Ho imparato molto dalle api e ho capito che sono come un mazzo di carte in continuo mescolamento e dal quale è difficile immaginare quale carta uscirà.

Esperienza e dedizione

Esperienza e dedizione

E' fondamentale l'esperienza; la sola che ti insegna a conoscere e prevedere sempre più variabili delle infinite che si prospettano. Le api non si curano delle tue aspettative: in meglio o in peggio le previsioni vengono spesso disattese. La capacità di instaurare un equilibrio tra ciò che vorresti tu e quello che loro fanno è tutto in questo mestiere e occorre accettare che l'incertezza sia parte integrante di tutto questo.

Ridotto all'essenza, il "capitale" dell'apicoltore è composto da insetti e dalle cassette di legno che dan loro dimora. E' proprio l'esperienza quindi, unita alla professionalità e alla dedizione, a fare la differenza, permettendo di trasformare un passatempo in un lavoro.

La pratica del nomadismo

La pratica del nomadismo

Con la pratica del nomadismo, alla quale mi sono affidato sin dagli inizi della mia attività, i nostri alveari vengono spostati in base al periodo e al tipo di fioritura che caratterizza un determinato territorio. Nel dettaglio,durante i periodi di raccolto, le nostre api vengono portate nelle zone di particolar pregio di montagna e media collina del Trentino, nonchè fuori regione in località prealpine e preappenniniche selezionate per la produzione di mieli in prevalenza monofloreali. Particolare cura viene posta nella scelta dei siti per gli apiari privilegiando gli ambienti lontani dai centri urbani e da ogni possibile fonte di inquinamento.

Partire di notte con il camion carico di alveari, viaggiare nell'oscurità e nel silenzio, ammirare la mutevolezza del territorio, fermarsi per cercare di recuperare un poco di energia con un sonnellino rubato e poi ripartire ritrovandosi con le prime luci dell'alba di fronte al mare della Toscana piuttosto che alle imponenti cime rosse delle Dolomiti e infine indossare la tuta protettiva e fare quello che mi riesce meglio: l'apicoltore.

Ecco queste sono tutte immagini che mi porto dentro ben strette e che fanno parte della mia vita e del mio lavoro a cui ancora non voglio rinunciare.

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