Gualtiero Marcolla
Ho iniziato a fare l'apicoltore negli anni '70 quando da ragazzino, curioso e sognatore, acquistai due alveari ed i primi attrezzi del mestiere muovendo così i primi passi del mio lungo cammino nel meraviglioso mondo dell'apicoltura.
Col passare degli anni e l'affinamento della tecnica gli alveari sono diventati 50 , poi 100 e così via fino agli attuali 800.
![Gli anni '80 Gli anni '80](https://www.apicolturacastelbelfort.it/files/anteprima/600/dsc-0075,1854.jpg?WebbinsCacheCounter=1)
Gli anni '80
Negli anni '80 ero dipendente di una multinazionale ma nel tempo libero continuavo a coltivare la mia grande passione per le api e la natura fino a che, con tanto impegno e spirito di iniziativa, questa passione si trasformò in un vero e proprio mestiere a tempo pieno. Fu così che decisi di cambiare radicalmente la mia vita lasciando dopo 23 anni un lavoro stabile per diventare a tutti gli effeti apicoltore professionista, pronto anche a tutte le sfide che da lì in poi mi sarei trovato ad affrontare. Sono passati molti anni da allora e posso dire con sincerità di non aver mai rimpianto il percorso intrapreso.
Così, piccoli passi alla volta ma sempre in avanti, con costanza e determinazione mi sono immerso sempre più in questo sconfinato mare che è l'apicoltura. Ho imparato molto dalle api e ho capito che sono come un mazzo di carte in continuo mescolamento e dal quale è difficile immaginare quale carta uscirà.
![Esperienza e dedizione Esperienza e dedizione](https://www.apicolturacastelbelfort.it/files/anteprima/600/img-7029-r2-c2,1612.jpg?WebbinsCacheCounter=1)
Esperienza e dedizione
E' fondamentale l'esperienza; la sola che ti insegna a conoscere e prevedere sempre più variabili delle infinite che si prospettano. Le api non si curano delle tue aspettative: in meglio o in peggio le previsioni vengono spesso disattese. La capacità di instaurare un equilibrio tra ciò che vorresti tu e quello che loro fanno è tutto in questo mestiere e occorre accettare che l'incertezza sia parte integrante di tutto questo.
Ridotto all'essenza, il "capitale" dell'apicoltore è composto da insetti e dalle cassette di legno che dan loro dimora. E' proprio l'esperienza quindi, unita alla professionalità e alla dedizione, a fare la differenza, permettendo di trasformare un passatempo in un lavoro.
![La pratica del nomadismo La pratica del nomadismo](https://www.apicolturacastelbelfort.it/files/anteprima/600/gio1479-r2-c2,1610.jpg?WebbinsCacheCounter=1)
La pratica del nomadismo
Con la pratica del nomadismo, alla quale mi sono affidato sin dagli inizi della mia attività, i nostri alveari vengono spostati in base al periodo e al tipo di fioritura che caratterizza un determinato territorio. Nel dettaglio,durante i periodi di raccolto, le nostre api vengono portate nelle zone di particolar pregio di montagna e media collina del Trentino, nonchè fuori regione in località prealpine e preappenniniche selezionate per la produzione di mieli in prevalenza monofloreali. Particolare cura viene posta nella scelta dei siti per gli apiari privilegiando gli ambienti lontani dai centri urbani e da ogni possibile fonte di inquinamento.
Partire di notte con il camion carico di alveari, viaggiare nell'oscurità e nel silenzio, ammirare la mutevolezza del territorio, fermarsi per cercare di recuperare un poco di energia con un sonnellino rubato e poi ripartire ritrovandosi con le prime luci dell'alba di fronte al mare della Toscana piuttosto che alle imponenti cime rosse delle Dolomiti e infine indossare la tuta protettiva e fare quello che mi riesce meglio: l'apicoltore.
Ecco queste sono tutte immagini che mi porto dentro ben strette e che fanno parte della mia vita e del mio lavoro a cui ancora non voglio rinunciare.